La Tenuta Molvina e il Vigneto

Il piccolo villaggio di Molvina appartiene al comune di Nuvolera, in provincia di Brescia, nella regione Italiana della Lombardia. Si tratta di un piccolo villaggio con solo 6 famiglie che vivono nella zona, e un totale di 17 persone. I nostri nonni sono due di queste persone: vivono ancora nella casa che uno degli antenati della nostra famiglia acquisto’ nel 1911.
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Il piccolo vigneto boutique produce vino da oltre un secolo, da quando il nostro bisnonno Bortolo Torri effettuo’ un primo ripristino delle vigne.

Gran parte del vino prodotto ai tempi iniziali era consumato sul posto da parte dei lavoratori delle vicine cave di marmo di Botticino: questi cavatori dopo il lavoro, ma prima di tornare a casa (tutti a piedi, a quei tempi non c’erano tante macchine) si fermavano a mangiare il pane con salumi e formaggi, il tutto accompagnato da buon vino.

Il nome del paese Molvina potrebbe venire dalla radice “mou” (in dialetto locale si dice “Mulvina”), che significa ‘tenero’ e ‘dolce’ (come una caramella). La parola si è poi trasformata in “mol” (molle) da cui e’ scaturita la parola “molcere” un verbo poetico con il significato di rammollimento o dolcificazione; in poesia e nel dialetto locale, il famoso verso “e mi molcea il core” è molto conosciuto (“mi scioglie il cuore”).

In realtà, dopo le colline molto ripide salendo dalla città vicina, ad un passante il luogo doveva risultare dolce e piacevole per essere finalmente in grado di prendere un respiro, anche perché il resto era tutto in discesa.

Il suffisso “vina” potrebbe derivare dal “uigia” celtica = acqua, dato che il posto è ricco di sorgenti naturali che sono tuttora vive.

Molvina quindi potrebbe significare: dolce acqua.

Ovviamente possiamo solo immaginare che l’originaria acqua è stata poi trasformata in “vina” anche per merito dell’eccellente reputazione vitivinicola del poggio.

Anche se le cave sono ancora molto attive in tutto il territorio, al giorni d’oggi i lavoratori non sono più a piedi, quindi la strada per Molvina è praticamente utilizzata solo dai pochi residenti e dagli agricoltori della zona.

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Il vigneto Molvina ha ricevuto un ulteriore perfezionamento nel 2007, anno in cui ci è stato dato in consegna dal nostro nonno Domenico. Così è nato il nuovo ed attuale vigneto, con filari perpendicolari su terreno inclinato, permettendo alle uve di godere della massima esposizione solare.

Restando fedeli al patrimonio Molvina come villaggio di acqua dolce, le vigne ricevono naturalmente l’acqua dalle sorgenti naturali presenti nel sottosuolo del terreno drenante posizionato in pendenza. Non vi è pertanto alcuna necessità di irrigare artificialmente il vigneto. Assieme all’esposizione solare ottimale, dall’alba al tramonto, siamo convinti che quest’acqua sia uno dei più importanti elementi naturali che permettono di contraddistinguere le nostre uve, conferendo così al vino Molvina note di degustazione uniche.

Inoltre i suoli nel vigneto Molvina sono composti  da “Marna”, ben drenato e senza ristagno di umidità. Questo tipo di roccia deriva da sedimenti fangosi, prevalentemente di origine marina (fossili marini sono ancora oggi trovati regolarmente nella zona). La vite non richiede terreno fertile, ma al contrario preferisce quelli piuttosto poveri che differiscono a seconda della loro composizione e consistenza. Il terreno è molto importante in quanto è una riserva di acqua e sali minerali. Inoltre, la differenza di concentrazione salina tra la terra e la vite è la forza che muove soluzioni saline verso la pianta. La vite si adatta a qualsiasi tipo di terreno, ma la stessa vite non dà le stesse uve se coltivate in terreni con caratteristiche diverse. Genralmente il terreno è costituito da uno strato sottile coltivabile che può essere influenzato  dall’uomo, e una parte sottostante le cui caratteristiche sono in conformazione geologica originale. E ‘qui che la pianta assorbe le sostanze nutritive che influenzano il carattere del vino. Le caratteristiche del sottosuolo sono importanti per il drenaggio che deve garantire che la vite rimanga in contatto con l’acqua solo per il giusto ammontare di tempo necessario per assorbire i sali minerali in essa contenuti. Infine, il nostro piccolo vigento è stato impostato su terreno inclinato in allineamento, per ottenere eguale esposizione delle viti al caldo sole italiano: dalla mattina presto fino al tramonto, ogni grappolo d’uva riceve la stessa quantità di luce solare e calore, mentre le Prealpi della Lombardia , nello sfondo, proteggono il microclima esistente dal freddo dei venti nordici.

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Quand Ugo l’è pié dé vi èl te parla anche èn latì

Quando Ugo è pieno di vino, parla anche in latino.

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